di Andrea Striano "L’energia è la linfa vitale dell’economia moderna: senza di essa, l’industria si ferma e le nazioni perdono il loro vantaggio competitivo." – Fatih Birol, Direttore Esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Per le aziende ad alta intensità energetica, come quelle siderurgiche italiane, il costo di elettricità e gas è una voce di spesa cruciale. Eppure, mentre Stati Uniti e Cina beneficiano di prezzi più bassi grazie a risorse abbondanti e politiche di sostegno, l’Europa paga l’energia più cara al mondo. Secondo Eurostat, nel primo semestre 2024, il prezzo medio dell’elettricità nell’UE ha raggiunto 0,289 €/kWh, con tariffe all’ingrosso 2-5 volte superiori a quelle statunitensi. L’Italia vive una situazione ancora più drammatica: i costi energetici superano quelli dei principali competitor globali, mettendo a rischio interi comparti produttivi. Il paradosso è lampante: l’Europa spinge per una transizione ecologica ambiziosa, ma le imprese energivore sono schiacciate da bollette insostenibili. La produzione siderurgica italiana, ad esempio, è calata del 5% nel 2024, secondo GMK Center, a causa di domanda debole e costi elevati. Senza interventi, il rischio è chiaro: delocalizzazioni, perdita di posti di lavoro e un’innovazione industriale rallentata. Per competere, serve una risposta concreta e immediata. Il Clean Industrial Deal e la ricerca di soluzioni sostenibili La Commissione Europea ha risposto con il Clean Industrial Deal, annunciato il 26 febbraio 2025. Questo piano, che integra il Green Deal, mobilita oltre 100 miliardi di euro per ridurre il divario competitivo, offrendo incentivi per fonti rinnovabili, idrogeno verde e tecnologie di efficienza energetica. Include un quadro di aiuti di Stato per accelerare progetti puliti e un programma pilota con la Banca Europea per gli Investimenti per sostenere accordi di acquisto di energia. Tuttavia, i tempi della politica preoccupano: le aziende chiedono soluzioni rapide, e critiche da gruppi come l’European Environmental Bureau segnalano un rischio di compromessi a favore dei grandi inquinatori. Il settore privato, però, non resta fermo. In Italia, l’innovazione sta già tracciando una strada per garantire energia stabile, sostenibile e accessibile, con il nucleare che torna al centro del dibattito. Il ruolo dell’innovazione: il caso Newcleo e il ritorno del nucleare in Italia Tra le realtà più promettenti spicca Newcleo, startup italiana che sviluppa Small Modular Reactors (SMR). Questi reattori compatti, raffreddati a piombo e alimentati con combustibile MOX, promettono energia pulita e sicura per le industrie energivore. Con oltre 535 milioni di euro raccolti e un reattore precursore previsto in Italia entro il 2026, Newcleo potrebbe rivoluzionare il settore. Non è sola: Enel, in partnership con Ansaldo e Leonardo, sta esplorando mini reattori avanzati, rafforzando la leadership tecnologica italiana. Il governo ha colto l’occasione: il 28 febbraio 2025, una nuova legge ha aperto la strada al ritorno del nucleare entro il 2030. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato che gli SMR possono decarbonizzare settori come acciaio e ceramica, riducendo la dipendenza energetica dall’estero. Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima prevede che il nucleare copra l’11-22% del mix elettrico entro il 2050, seguendo un trend globale che vede Stati Uniti, Cina e Francia investire massicciamente in questa tecnologia. Le sfide da affrontare: tra sostenibilità e competitività Le potenzialità del nucleare e delle rinnovabili sono enormi, ma le sfide non mancano. La transizione energetica deve bilanciare tre priorità:
L’energia più cara al mondo: un freno alla competitività europea
L’Europa si trova di fronte a un dilemma: mantenere la leadership nella lotta al cambiamento climatico senza perdere terreno rispetto a economie con politiche energetiche più aggressive. In Italia, la gestione dei rifiuti nucleari e l’opposizione di gruppi ambientalisti come Greenpeace restano ostacoli significativi.
L’Italia come modello per un’Europa più competitiva?
L’Italia è a un bivio cruciale, ma anche di fronte a un’opportunità unica. Il rilancio del nucleare sostenibile, unito all’innovazione di aziende come Newcleo ed Enel, potrebbe trasformarla in un modello per l’Europa. Una strategia che abbassi i costi energetici per l’industria siderurgica e rafforzi la sicurezza energetica potrebbe non solo salvare il Made in Italy, ma ispirare il continente.
La domanda resta aperta: riusciremo a costruire un sistema energetico più equo e competitivo senza sacrificare gli obiettivi ambientali? Mentre Bruxelles discute, l’Italia sta già agendo. Il successo di questo percorso potrebbe ridefinire il futuro dell’industria europea, dimostrando che innovazione e sostenibilità possono andare di pari passo.


