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ASVIS-FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE 2025: intervista a Serena Moscardelli sulla sostenibilità d’impr

2025-05-29 10:14

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ASVIS-FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE 2025: intervista a Serena Moscardelli sulla sostenibilità d’impresa

di Michele Montefusco

di Michele Montefusco



L’intervista a Serena Moscardelli è stata realizzata in occasione dell’evento “Occhio allo Spreco”, promosso da FedAPI e Spazio Imprese nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025 organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Il Festival, che rappresenta la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, istituzioni e imprese sui temi della sostenibilità, mira a promuovere un cambiamento culturale e politico in linea con i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Serena Moscardelli è una professionista esperta in sostenibilità aziendale e green marketing. Come Temporary Sustainability Manager e Corporate Social Responsibility Advisor, aiuta le aziende a integrare efficacemente strategie sostenibili, evitando pratiche scorrette di greenwashing. Con una solida esperienza maturata tra consulenze strategiche ESG, formazione e comunicazione sostenibile, Serena collabora attivamente con FedAPI e ASviS sui temi della produzione e del consumo responsabile, contribuendo a diffondere una cultura aziendale autenticamente orientata alla sostenibilità.
In che modo il green marketing può influenzare concretamente la riduzione dello spreco alimentare nelle imprese?
“Il green marketing non è solo uno strumento comunicativo, ma una leva strategica per promuovere comportamenti sostenibili sia all’interno che all’esterno dell’impresa. Parliamo infatti di strategie e comportamenti che riguardano tutti gli stakeholder, attraverso l’ engagement and involving, si favorisce un dialogo continuo con clienti, fornitori, comunità locali e altri attori chiave. governance aziendale, per contribuire concretamente alla creazione di valore. Riguardo la riduzione dello spreco alimentare:
- Promuovendo trasparenza e tracciabilità nella filiera, incentivando i fornitori a ridurre gli scarti.
- Sensibilizzando il consumatore attraverso packaging informativi, campagne sulla conservazione dei prodotti e valorizzazione degli “scarti buoni”.
- Incentivando l’adozione di tecnologie smart per la gestione delle scorte e della shelf life, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare il Goal 12 (consumo e produzione responsabili).”
Quali strategie suggerisci alle PMI che vogliono adottare modelli di business sostenibili senza incorrere nel rischio di greenwashing?
“Le piccole e medie imprese, operando in un contesto di crescente instabilità e vulnerabilità, devono vedere la sostenibilità non come un costo ma come un investimento nella resilienza aziendale. Le strategie chiave per evitare il greenwashing sono:
- Integrare la sostenibilità nella strategia d’impresa, rendendola parte del modello operativo.
- Mappare i rischi ESG e definire KPI misurabili e verificabili, allineati agli obiettivi strategici.
- Adottare una reportistica ESG trasparente e basata su standard riconosciuti (come GRI o CSRD), per costruire credibilità e fiducia.
- Formare il personale e coinvolgere gli stakeholder interni, affinché tutti comprendano la valenza strategica della sostenibilità.
- Creare partnership di filiera per condividere buone pratiche e benefici comuni.”
Quali sono le principali sfide che le aziende affrontano nell’implementare pratiche sostenibili efficaci?
“Le principali sfide sono:
- La carenza di competenze interne sui temi ESG e le difficoltà nell’interpretare normative in continua evoluzione.
- La difficoltà nel misurare l’impatto reale delle iniziative sostenibili e la mancanza di una cultura del dato.
- La resistenza al cambiamento e la percezione della sostenibilità come elemento non prioritario.
- L’assenza di strumenti per integrare la sostenibilità nella catena del valore e nei rapporti di fornitura.”
Puoi condividere con noi un caso di successo?
“Un caso significativo che ho seguito ha riguardato una PMI del settore agroalimentare che, attraverso una consulenza ESG orientata alla reportistica di sostenibilità, ha ottenuto:
- Una mappatura completa dei rischi e delle opportunità ESG, anticipando così la compliance normativa.
- L’attivazione di un dialogo con la comunità locale, che ha portato a investimenti condivisi (come progetti anti-spreco con associazioni locali).
- La ridefinizione del proprio posizionamento di marca, con impatto positivo su reputazione, fatturato e accesso a finanziamenti green.
- Il rafforzamento del proprio sistema di gestione, basato su dati concreti e miglioramento continuo.”
Come può la sostenibilità diventare parte integrante della cultura aziendale e non rimanere un semplice slogan?
“La sostenibilità deve essere vissuta come uno strumento di mitigazione del rischio e di creazione di valore. Per diventare parte integrante della cultura aziendale:
-   Deve essere promossa dal vertice aziendale e integrata in tutte le funzioni aziendali, con obiettivi chiari e misurabili.
- Va collegata alla performance: ciò che si misura si migliora.
- È necessario coinvolgere i lavoratori e gli stakeholder esterni, affinché partecipino attivamente al cambiamento.
- Il ruolo del consumatore è cruciale. Sempre più consapevole, diventa un vero e proprio “investitore sociale” che sceglie aziende responsabili. Questa pressione è uno dei principali motori del cambiamento.”