di Antonio Grieci
Ci sono luoghi che non sono semplici fiere, ma spazi vivi in cui si concentrano competenze, visioni, linguaggi che troppo spesso restano confinati nei margini delle agende quotidiane. La Fiera Ambiente Lavoro, che si è tenuta a Bologna dal 10 al 12 giugno 2025, è stata uno di questi luoghi. E noi di Spazio Imprese abbiamo scelto di esserci, con il nostro sguardo attento, il nostro microfono aperto e una domanda semplice ma non scontata: come si sta trasformando il lavoro nel nostro Paese?
In quei tre giorni abbiamo ascoltato la voce degli esperti, raccolto riflessioni da chi ogni giorno opera nel campo della salute e sicurezza, dialogato con imprenditori, tecnici, formatori e rappresentanti delle istituzioni. Ne è nato un racconto corale, fatto di esperienze concrete, criticità affrontate con pragmatismo e soluzioni innovative che guardano al futuro con lucidità e coraggio.
Il nostro impegno non è stato solo quello di raccontare, ma di partecipare attivamente a un processo di conoscenza condivisa. Perché una cosa è chiara: oggi più che mai, il tema della sicurezza non può essere affrontato in modo settoriale. Serve un approccio integrato, che sappia tenere insieme la tutela della salute nei luoghi di lavoro, la qualità dell’ambiente, la transizione ecologica, la trasformazione digitale e la dignità delle persone.
Le interviste realizzate durante la fiera sono la testimonianza diretta di un settore vivo, in fermento, consapevole che non basta adeguarsi alla norma, ma serve ripensare il lavoro a partire da nuovi valori. Valori che parlano di benessere organizzativo, di formazione continua, di responsabilità collettiva.
Tornare da Bologna con questo patrimonio di idee e connessioni non è stata solo un’opportunità editoriale, ma un’occasione di crescita. Per noi come redazione. Per me, personalmente, come direttore. E per tutti i lettori che credono che fare impresa significhi anche costruire cultura, alimentare consapevolezza, creare ponti tra mondi apparentemente distanti.
In un tempo in cui è facile cedere alla retorica, noi scegliamo ancora una volta la strada più difficile: quella dell’ascolto. Perché solo ascoltando davvero chi lavora, chi rischia, chi innova, possiamo continuare a raccontare il mondo dell’impresa con rispetto, profondità e verità.


