Antonino Castorina Se c’e’ una forma di turismo che si sviluppa e cresce al netto dell’aspetto logistico ed economico  è quello legato alla fede ed a quello che dai più viene chiamato turismo religioso.  Non tutto il flusso appartenente a questo comparto è quantificabile proprio perché non sempre si sviluppa nella forma del pellegrinaggio o del viaggio organizzato. Analizzando i dati i nostro possesso il 44,4% delle persone si affida infatti a tour operator specializzati e agenzie di viaggio quando decide di intraprendere una trasferta del genere. Il 32,7% preferisce invece viaggiare col proprio partner senza considerare poi piccolo gruppi di amici, gruppi familiari o anche chi parte in solitaria per un mix di fede, pace e relax. La presenza in Italia dello Stato Vaticano e l’influenza della Chiesa Cattolica principalmente dentro quello che è il tessuto sociale ed istituzionale del nostro Paese ha una ricaduta anche economica su tutto il nostro territorio. Secondo alcuni dati raccolti da Coldiretti i viaggiatori religiosi nel mondo sono 300/330 milioni l’anno con un fatturato di 18 miliardi di dollari e un enorme potenziale di crescita per l’Italia, se si considera che tra le mete preferite del turismo religioso sparse per il globo ci sono Città del Messico, dove il santuario della madonna di Guadalupe richiama 10 milioni di pellegrini ogni anno, fino a Medjugorje, il santuario bosniaco in fortissima ascesa soprattutto tra i credenti italiani, e poi Gerusalemme, Assisi, Lourdes.  Le tradizioni e la cultura religiosa in Italia e la presenza di importanti santuari di riferimento per percorsi spirituali che non hanno eguali nel mondo rappresentano dei punti di forza quali richiamo di flussi turistici motivati da interessi religiosi sul territorio nazionale con Roma Capitale che gioca una partita a se in termini di attrattiva, sviluppo e ricettività.  L’effetto-Bergoglio, il conclave e l’elezione del nuovo Papa e l’atteso Giubileo sono di per se elementi di attrazione senza precedenti : Gran parte di coloro i quali scelgono l’Italia come meta per le loro vacanze, al netto se al Nord, al Sud, al centro o nelle isole lega la sua permanenza a luoghi di culto che non sono solo Roma ed Assisi ma anche altri luoghi come Padova, Pompei, Loreto, Oropa, San Giovanni Rotondo e Cascia, grandi e piccole realtà che vivono di turismo religioso. Sempre i dati dell’ultima ricerca Isnart raccontano infine che il 60% di questi pellegrini è straniero (45,3% europeo, 14,7% da oltre i confini del Vecchio Continente) e che il ruolo del turista religioso è doppiamente importante, per la redditività del comparto considerato che molti di questi scelgono la bassa stagione e riempiono le nostre città anche in periodi in cui i nostri connazionali non si spostano dal loro domicilio. L’Italia ha una parte di economia che ha come riferimento il turismo religioso ed è dovere delle istituzioni, non certo solo quelle ecclesiastiche, creare le condizioni per farlo sviluppare e crescere, per potenziare i collegamenti e le forme di pubblicità per la storia, la tradizione e l’immagine della nostra Italia che al netto del credo di ognuno di noi è per forza di cose legata da una tradizione millenaria alla religione ed a ciò che da questo ne deriva.
  


