PONTE SULLO STRETTO: crescita ed attrattiva o grande bluff?

di Antonino Castorina


L’approccio che le istituzioni a vario livello devono assumere nel affrontare un dibattito serio sul Ponte sullo Stretto non può avere i connotati di uno scontro ideologico o peggio ancora di un clima da stadio tra opposte tifoserie ma dovrebbe provare ad affrontare una discussione nel merito di questioni e temi che se sviluppati in un certo modo potrebbero cambiare davvero il futuro del Mediterraneo.
Se da un lato il sogno di Silvio Berlusconi sembrerebbe essere davvero in campo con il governo Meloni ci sono ancora tutta una serie di problemi irrisolti ed una voce forte dai territori di prossimità interessati da questa opera mastodontica che pongono tutta una serie di temi e criticità che vanno comunque affrontati. Secondo uno studio di ingegneria ambientale redatto e voluto dal Comune di Villa San Giovanni sembrerebbe che in prossimità delle zona del Pilone è escluso qualsiasi tipo di intervento edilizio.
Vero è infatti che le amministrazioni hanno richiesto «la sospensione dei termini della conferenza istruttoria fino alla data del 12.09.2024, o comunque, fino all’eventuale ulteriore termine di sospensione della “parallela” conferenza dei servizi dinnanzi al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica» Una posizione che è stata ribadita a gran voce anche nel Consiglio Comunale aperto voluto dal Sindaco della città Metropolitana Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Di fatto la valutazione delle amministrazioni locali deve assumere la conoscenza degli studi e delle risultanze dello Stretto di Messina che di fatto andrà ad incidere su come si andrebbe a realizzare e concretizzare il progetto del Ponte. Una posizione questa condivisa anche da Messina e da Villa San Giovanni nell’ottica di un azione congiunta e condivisa che rispetti le volontà dei territori.
Un altro dato che va valutato è la richiesta che la società Stretto di Messina ha fatto al Mase di rinvio a settembre la consegna documentazione integrativa per l’aggiornamento del progetto del collegamento stabile fra Calabria e Sicilia, con tutte le risposte alle 239 integrazioni su questioni di impatto ambientale, rischio di sisma e maremoti, analisi costi-benefici.
Questo dato ha come conseguenza quello che l’approvazione del Cipess, inizialmente annunciata per giugno slitterà a dicembre nel mentre l’ad Pietro Ciucci rassicura gli animi asserendo che “l’opera non presenta alcuna criticità dal punto di vista della sicurezza tecnica e strutturale”.
Se da un lato la proroga dei termini richiesta al Mase «riflette la volontà e il massimo impegno della società nel fornire puntuali ed esaurienti risposte alle richieste di integrazioni e chiarimenti» dall’altro ne evidenzia alcuni limiti rispetto a dati e riscontri che ancora ad oggi non sono chiari e definiti.
La reale questione da affrontare è entrare a piene mani nella fase del progetto esecutivo con tutti i dettagli e gli approfondimenti tecnici che fanno riferimento alla cantierizzazione, agli espropri, alle opere complementari e con un attenzione meticolosa all’impatto ambientale oltre che ai tempi di intervento legati all’equilibrio ecologico e marino.
Il tema quindi non è se fare o meno il ponte ma crearne le condizioni trasformando l’idea di fondo di collegare la Calabria e Sicilia al resto del mondo ed offrire un canale diretto con il Mediterraneo in un qualcosa di concreto, in un cantiere di imprese e non solo di progetti e parole.
Nel tempo che questo ragionamento si sviluppi però non si può rimanere con le mano in mano.
E’ notizia di questi giorni la pubblicazione dell’intesa per l’aumento dei trasporti nell’area dello Stretto, concretamente si è arrivati al biglietto unico, ad aumentare le corse e a migliorare i collegamenti da e per l’aeroporto di Reggio, da e per il porto di Reggio e quello di Villa ed il tutto grazie alle locali aziende di trasporto in un ottica di sinergia istituzionale che magari fa meno notizia ma che va nella stessa e giusta direzione di implementare i collegamenti.
Questo si aggiunge al potenziamento dell’Aeroporto dello Stretto anche con i voli low-cost ed in generale alla necessità di offrire un pacchetto che riguardi l’alta velocità, la valorizzazione delle zone portuali che riguardano, Reggio Calabria, Gioia Tauro, Messina e Villa San Giovanni dove uno dei temi di dibattito è lo spostamento degli approdi a Sud ma soprattutto il grido d’allarme che riguarda 2 miliardi e trecento milioni di euro dei fondi della coesione, sottratti con un colpo di spugna e senza concertazione.
In conclusione non si può essere contrari ad un opera pubblica come il Ponte ma serve arrivare alla concreta realizzazione di un idea di sviluppo sostenibile che rilanci Calabria e Sicilia nell’ottica del Mediterraneo in modo tale da creare davvero una porta sul mondo circostante.