IL DIGITALE NELL’INDUSTRIA AGROALIMENTARE: l’Alimentare 4.0 (PARTE 2)

di Niketta Rivizzigno


La Blockchain è dunque impiegabile in diversi ambiti ma, negli ultimi anni, è cresciuto l’utilizzo per finalità di marketing e commerciali, in particolare per condividere i dati di tracciabilità e sostenibilità con il consumatore finale, sempre più attento ed esigente. Oltre a opportunità commerciali e di marketing, numerosi sono poi i progetti volti a rendere i processi di filiera più efficienti e trasparenti e ad assicurare una maggiore sostenibilità ambientale e sociale. La Blockchain consente infatti di migliorare i processi lungo la supply chain (proprio grazie alla condivisione delle informazioni tra gli attori coinvolti), garantire la sostenibilità sociale e/o ambientale, migliorare le procedure di richiamo del prodotto e limitare la contraffazione. La necessità di migliorare l’efficienza e la sostenibilità dei processi produttivi ha dunque sempre più una rilevanza cruciale per tutti gli stakeholder della filiera dell’industria agroalimentare, tanto che le numerose difficoltà non sembrano aver indebolito la digitalizzazione dell’industria agroalimentare italiana. Le aziende del settore hanno infatti continuato a investire nel digitale per migliorare i propri processi, riconoscendo l’importanza delle tecnologie per rendere l’industria agroalimentare più competitiva e resiliente anche in periodi complessi.
Il connubio Industria Agroalimentare e Innovazione Digitale, definito dall’Osservatorio “Alimentare 4.0”, è abilitato da tecnologie 4.0 che fanno leva sulla raccolta, la condivisione e la valorizzazione dei dati per conseguire benefici in termini di efficienza, sostenibilità, qualità e trasparenza dei processi e delle produzioni alimentari. L’obiettivo finale è di aumentare la competitività delle aziende, sul mercato nazionale e internazionale.
Le tecnologie e le soluzioni impiegate nell’industria 4.0 dell’agroalimentare spaziano da quelle considerate “tradizionali” – poiché presenti da maggiore tempo sul mercato e nei processi delle industrie agroalimentari – a quelle più innovative. Le prime riguardano in particolare i gestionali per la rintracciabilità dei lotti e la gestione dei fornitori, i software di gestione dei fornitori e del magazzino, i QR Code (utilizzati in particolare per la tracciabilità alimentare), i software ERP (acronimo di Enterprise Resource Planning) e MES (Manufacturing Execution System), le soluzioni di automazione avanzata come robot e cobot e i dispositivi mobile. Le soluzioni più innovative, invece, sono abilitate da tecnologie quali l’Internet of Things, la Blockchain, l’Intelligenza artificiale, il Cloud Computing e i Big Data Analytics.
Dalla Ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood emerge che ben l’82% delle aziende che opera nell’industria agroalimentare ha adottato almeno una tecnologia digitale. Una percentuale di adozione praticamente in linea con quella della precedente rilevazione, ma a cambiare considerevolmente è il numero di soluzioni digitali utilizzate in parallelo: di queste, infatti, quasi la metà ne ha implementate quattro (o anche più) nello stesso momento. Questo fenomeno ha registrato un aumento del 30% rispetto al 2020.

Benefici e criticità delle tecnologie 4.0 nell’industria agroalimentare
Nell’indagine condotta dall’Osservatorio la maggior parte delle aziende dell’industria agroalimentare ha dichiarato di aver riscontrato svariati benefici nell’uso di tecnologie 4.0, soprattutto nell’ambito della produzione, in cui il digitale ha permesso di ridurre i costi e potenziare i processi di monitoraggio della qualità. Inoltre, secondo le aziende altri benefici risultano essere una maggiore ottimizzazione della gestione dei magazzini e del coordinamento con gli operatori logistici.
Nonostante i diversi vantaggi, non mancano anche altrettante criticità riscontrate dalle imprese, legate principalmente ai costi affrontati e alla mancanza di competenze interne all’organizzazione. Tali competenze riguardano specialmente il mondo dell’informatica e del digitale e possono essere di tipo tecnico e tecnologico, oppure relative a specifiche innovazioni (come la Blockchain o l’Intelligenza Artificiale); ma può trattarsi anche di competenze gestionali-organizzative e competenze su specifici processi di settore. Nonostante queste difficoltà, i livelli di integrazione di nuove soluzioni nell’industria agroalimentare costituisce un segnale importante nel riconoscimento del valore concreto dell’Alimentare 4.0. Dall’analisi di 214 progetti di carbon farming è emerso che più dell’80% dei progetti si concentra in Nord America ed Europa. Considerando il numero di crediti erogati, è invece la Cina a detenere il primato, seguita dagli Stati Uniti. Il digitale ha assunto un ruolo rilevante all’interno della “filiera” del carbon farming, potendo supportarne ogni fase: per questo, gli attori dell’offerta di soluzioni digitali dell’Agricoltura 4.0 sono sempre più interessati ad entrare in questo settore. Un ruolo rilevante viene giocato dalle startup, spesso coinvolte nelle progettualità legate a questo settore, in particolare in Nord America ed Europa, ospitando 78% delle startup mondiali specializzate nell’offerta digitale per il carbon farming.