FOCUS DAL PARLAMENTO EUROPEO - FONDO SOCIALE EUROPEO PLUS (FSE+) E FONDO PER UNA TRANSIZIONE GIUSTA (JTF)
di Alessandro Aster
Come abbiamo più volte sottolineato, attraverso una politica di Coesione dell’Unione Europea (UE) ben concertata, si riesce a sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro, competitività delle imprese, crescita economica, sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), che sostiene l’occupazione e mira a creare una società equa e socialmente inclusiva nei paesi dell’UE;
Il Fondo per una transizione giusta (JTF), che sostiene le regioni più colpite dalla transizione verso la neutralità climatica;
Fondo sociale europeo Plus (FSE+)
L’FSE+ è il principale strumento dell’UE per investire nelle persone, con l’obiettivo di costruire un’UE più sociale e inclusiva. L’FSE+ fornisce un importante contributo alle politiche dell’UE negli ambiti sociale, dell’occupazione, dell’istruzione e delle competenze, comprese le riforme strutturali in tali settori.
In quanto componente della politica di coesione, l’FSE+ rafforza la missione di tale politica di sostenere la coesione economica, territoriale e sociale nell’UE attraverso la riduzione delle disparità tra gli Stati membri e le regioni. Per il periodo 2021‑2027, a fini di semplificazione, l’FSE è stato fuso con l’Iniziativa per l’occupazione giovanile (IOG), il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) e il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), a gestione diretta, per dare vita all’FSE+.
L’obiettivo dell’FSE+ è raggiungere elevati livelli di occupazione, un’equa protezione sociale e una forza lavoro qualificata e resiliente per il futuro mondo del lavoro, in linea con i principi stabiliti nel
pilastro europeo dei diritti sociali. Il Fondo sociale europeo Plus sostiene la ripresa verde, digitale e resiliente dell’UE dalla crisi, promuovendo investimenti in occupazione, competenze e servizi.
Principali obiettivi dell’FSE+ sostiene:
l’innovazione sociale;
investimenti nei giovani per aiutarli a ottenere una qualifica e un posto di lavoro di qualità e per migliorarne il livello di istruzione;
la formazione e l’apprendimento permanente;
investimenti nello sviluppo delle capacità e nella cooperazione transnazionale/transfrontaliera per favorire condizioni di lavoro eque;
iniziative che promuovono le pari opportunità sul mercato del lavoro e migliorano la mobilità dei lavoratori;
iniziative volte a combattere la povertà infantile e ad aiutare le persone più vulnerabili della società che perdono il lavoro e vedono ridursi il proprio reddito;
la fornitura di cibo e l’assistenza materiale di base agli indigenti.
Potenziali beneficiari:
organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, come pure organizzazioni che offrono formazione e assistenza ai lavoratori;
ONG e organismi di beneficenza, fondazioni e organizzazioni a carattere sociale;
governi e autorità comunali e regionali;
imprese e associazioni;
cittadini dell’UE, giovani e bambini, persone appartenenti a gruppi
vulnerabili.
Fondo per una transizione giusta (JTF)
Il Fondo per una transizione giusta (JTF) è il primo pilastro del meccanismo per una transizione giusta (JTM). Nel periodo 2021‑2027, il Fondo sarà uno strumento fondamentale per fornire un sostegno mirato ai territori più colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica. Esso è attuato in regime di gestione concorrente, nel quadro generale della politica di coesione, che costituisce la
principale politica dell’UE per ridurre le disparità regionali e affrontare i cambiamenti strutturali nell’UE.
Il JTF sostiene unicamente:
investimenti produttivi nelle PMI, tra cui le microimprese e le start‑up, finalizzati alla diversificazione, alla modernizzazione e alla riconversione economica;
investimenti nella creazione di nuove imprese, anche mediante incubatori di imprese e servizi di consulenza, che portino alla creazione di posti di lavoro;
investimenti in attività di ricerca e innovazione, anche da parte di università e organizzazioni di ricerca pubblici, e promozione del trasferimento di tecnologie avanzate;
investimenti nella messa in opera di tecnologia nonché in sistemi e infrastrutture per l’energia pulita a prezzi accessibili, comprese le tecnologie di stoccaggio dell’energia, e nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
investimenti nelle energie rinnovabili in conformità della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, compresi i criteri di sostenibilità ivi stabiliti, e nell’efficienza energetica, anche al fine di ridurre la povertà energetica;
investimenti nella mobilità locale intelligente e sostenibile, compresa la decarbonizzazione del settore dei trasporti locali e delle relative infrastrutture;
il ripristino e l’ammodernamento delle reti di teleriscaldamento, al fine di migliorare l’efficienza energetica dei sistemi di teleriscaldamento, e investimenti nella produzione di calore, a condizione che gli impianti per la produzione di calore siano alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili di energia;
investimenti nella digitalizzazione, nell’innovazione digitale e nella connettività digitale;
investimenti nella bonifica e decontaminazione di siti dismessi e nei progetti di ripristino del terreno, e anche, se necessario, nelle infrastrutture verdi e in progetti di conversione ad altri usi di terreni, tenendo conto del principio “chi inquina paga”;
investimenti per il potenziamento dell’economia circolare, anche mediante la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, l’uso efficiente delle risorse, il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio;
lo sviluppo e la riconversione delle competenze professionali dei lavoratori e delle persone in cerca di lavoro;
l’assistenza nella ricerca di lavoro;
l’inclusione attiva delle persone in cerca di lavoro;
l’assistenza tecnica;
altre attività nei settori dell’istruzione e dell’inclusione sociale, inclusi, ove debitamente giustificato, investimenti in infrastrutture per centri di formazione, strutture per la cura dell’infanzia e l’assistenza agli anziani, quali indicate nei piani territoriali per una transizione giusta.
Il fondo mira ad alleviare i costi socioeconomici innescati dalla transizione climatica sostenendo la diversificazione economica e la riconversione dei territori interessati. Ciò implica il sostegno agli investimenti produttivi nelle PMI, come pure in attività quali la creazione di nuove imprese, la ricerca e l’innovazione, il risanamento ambientale, l’energia pulita, il miglioramento del livello delle
competenze e la riqualificazione professionale dei lavoratori, l’assistenza nella ricerca di lavoro e i programmi per l’inclusione attiva delle persone in cerca di lavoro, nonché attività che comportano la trasformazione degli impianti ad alta intensità di carbonio esistenti quando l’investimento effettuato porta a una sostanziale riduzione delle emissioni e alla tutela dei posti di lavoro. In tal senso si prevede di mobilitare quasi 30 miliardi di EUR di investimenti.
Gli Stati membri hanno redatto, insieme alle autorità locali e regionali pertinenti dei territori interessati, uno o più piani territoriali per una transizione giusta che riguardano uno o più territori interessati corrispondenti a regioni NUTS di livello 3, o loro parti.
Tali territori sono quelli maggiormente danneggiati dagli effetti economici e sociali della transizione, in particolare per quanto riguarda il previsto adattamento dei lavoratori o le previste perdite occupazionali nella produzione e nell’uso di combustibili fossili nonché le necessità di trasformazione dei processi produttivi degli impianti industriali con la più alta intensità di gas a effetto serra.
Il Fondo per una transizione giusta, fa parte del meccanismo per una transizione giusta. Si noti che il Fondo InvestEU prevedrà anche un apposito sistema per generare investimenti aggiuntivi a beneficio dei territori interessati dalla transizione giusta (quelli che sono più colpiti dalle conseguenze socioeconomiche della transizione verde), in complementarità con il Fondo per una transizione giusta e lo strumento di prestito per il settore pubblico.
Come abbiamo più volte sottolineato, attraverso una politica di Coesione dell’Unione Europea (UE) ben concertata, si riesce a sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro, competitività delle imprese, crescita economica, sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), che sostiene l’occupazione e mira a creare una società equa e socialmente inclusiva nei paesi dell’UE;
Il Fondo per una transizione giusta (JTF), che sostiene le regioni più colpite dalla transizione verso la neutralità climatica;
Fondo sociale europeo Plus (FSE+)
L’FSE+ è il principale strumento dell’UE per investire nelle persone, con l’obiettivo di costruire un’UE più sociale e inclusiva. L’FSE+ fornisce un importante contributo alle politiche dell’UE negli ambiti sociale, dell’occupazione, dell’istruzione e delle competenze, comprese le riforme strutturali in tali settori.
In quanto componente della politica di coesione, l’FSE+ rafforza la missione di tale politica di sostenere la coesione economica, territoriale e sociale nell’UE attraverso la riduzione delle disparità tra gli Stati membri e le regioni. Per il periodo 2021‑2027, a fini di semplificazione, l’FSE è stato fuso con l’Iniziativa per l’occupazione giovanile (IOG), il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) e il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), a gestione diretta, per dare vita all’FSE+.
L’obiettivo dell’FSE+ è raggiungere elevati livelli di occupazione, un’equa protezione sociale e una forza lavoro qualificata e resiliente per il futuro mondo del lavoro, in linea con i principi stabiliti nel
pilastro europeo dei diritti sociali. Il Fondo sociale europeo Plus sostiene la ripresa verde, digitale e resiliente dell’UE dalla crisi, promuovendo investimenti in occupazione, competenze e servizi.
Principali obiettivi dell’FSE+ sostiene:
l’innovazione sociale;
investimenti nei giovani per aiutarli a ottenere una qualifica e un posto di lavoro di qualità e per migliorarne il livello di istruzione;
la formazione e l’apprendimento permanente;
investimenti nello sviluppo delle capacità e nella cooperazione transnazionale/transfrontaliera per favorire condizioni di lavoro eque;
iniziative che promuovono le pari opportunità sul mercato del lavoro e migliorano la mobilità dei lavoratori;
iniziative volte a combattere la povertà infantile e ad aiutare le persone più vulnerabili della società che perdono il lavoro e vedono ridursi il proprio reddito;
la fornitura di cibo e l’assistenza materiale di base agli indigenti.
Potenziali beneficiari:
organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, come pure organizzazioni che offrono formazione e assistenza ai lavoratori;
ONG e organismi di beneficenza, fondazioni e organizzazioni a carattere sociale;
governi e autorità comunali e regionali;
imprese e associazioni;
cittadini dell’UE, giovani e bambini, persone appartenenti a gruppi
vulnerabili.
Fondo per una transizione giusta (JTF)
Il Fondo per una transizione giusta (JTF) è il primo pilastro del meccanismo per una transizione giusta (JTM). Nel periodo 2021‑2027, il Fondo sarà uno strumento fondamentale per fornire un sostegno mirato ai territori più colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica. Esso è attuato in regime di gestione concorrente, nel quadro generale della politica di coesione, che costituisce la
principale politica dell’UE per ridurre le disparità regionali e affrontare i cambiamenti strutturali nell’UE.
Il JTF sostiene unicamente:
investimenti produttivi nelle PMI, tra cui le microimprese e le start‑up, finalizzati alla diversificazione, alla modernizzazione e alla riconversione economica;
investimenti nella creazione di nuove imprese, anche mediante incubatori di imprese e servizi di consulenza, che portino alla creazione di posti di lavoro;
investimenti in attività di ricerca e innovazione, anche da parte di università e organizzazioni di ricerca pubblici, e promozione del trasferimento di tecnologie avanzate;
investimenti nella messa in opera di tecnologia nonché in sistemi e infrastrutture per l’energia pulita a prezzi accessibili, comprese le tecnologie di stoccaggio dell’energia, e nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
investimenti nelle energie rinnovabili in conformità della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, compresi i criteri di sostenibilità ivi stabiliti, e nell’efficienza energetica, anche al fine di ridurre la povertà energetica;
investimenti nella mobilità locale intelligente e sostenibile, compresa la decarbonizzazione del settore dei trasporti locali e delle relative infrastrutture;
il ripristino e l’ammodernamento delle reti di teleriscaldamento, al fine di migliorare l’efficienza energetica dei sistemi di teleriscaldamento, e investimenti nella produzione di calore, a condizione che gli impianti per la produzione di calore siano alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili di energia;
investimenti nella digitalizzazione, nell’innovazione digitale e nella connettività digitale;
investimenti nella bonifica e decontaminazione di siti dismessi e nei progetti di ripristino del terreno, e anche, se necessario, nelle infrastrutture verdi e in progetti di conversione ad altri usi di terreni, tenendo conto del principio “chi inquina paga”;
investimenti per il potenziamento dell’economia circolare, anche mediante la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, l’uso efficiente delle risorse, il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio;
lo sviluppo e la riconversione delle competenze professionali dei lavoratori e delle persone in cerca di lavoro;
l’assistenza nella ricerca di lavoro;
l’inclusione attiva delle persone in cerca di lavoro;
l’assistenza tecnica;
altre attività nei settori dell’istruzione e dell’inclusione sociale, inclusi, ove debitamente giustificato, investimenti in infrastrutture per centri di formazione, strutture per la cura dell’infanzia e l’assistenza agli anziani, quali indicate nei piani territoriali per una transizione giusta.
Il fondo mira ad alleviare i costi socioeconomici innescati dalla transizione climatica sostenendo la diversificazione economica e la riconversione dei territori interessati. Ciò implica il sostegno agli investimenti produttivi nelle PMI, come pure in attività quali la creazione di nuove imprese, la ricerca e l’innovazione, il risanamento ambientale, l’energia pulita, il miglioramento del livello delle
competenze e la riqualificazione professionale dei lavoratori, l’assistenza nella ricerca di lavoro e i programmi per l’inclusione attiva delle persone in cerca di lavoro, nonché attività che comportano la trasformazione degli impianti ad alta intensità di carbonio esistenti quando l’investimento effettuato porta a una sostanziale riduzione delle emissioni e alla tutela dei posti di lavoro. In tal senso si prevede di mobilitare quasi 30 miliardi di EUR di investimenti.
Gli Stati membri hanno redatto, insieme alle autorità locali e regionali pertinenti dei territori interessati, uno o più piani territoriali per una transizione giusta che riguardano uno o più territori interessati corrispondenti a regioni NUTS di livello 3, o loro parti.
Tali territori sono quelli maggiormente danneggiati dagli effetti economici e sociali della transizione, in particolare per quanto riguarda il previsto adattamento dei lavoratori o le previste perdite occupazionali nella produzione e nell’uso di combustibili fossili nonché le necessità di trasformazione dei processi produttivi degli impianti industriali con la più alta intensità di gas a effetto serra.
Il Fondo per una transizione giusta, fa parte del meccanismo per una transizione giusta. Si noti che il Fondo InvestEU prevedrà anche un apposito sistema per generare investimenti aggiuntivi a beneficio dei territori interessati dalla transizione giusta (quelli che sono più colpiti dalle conseguenze socioeconomiche della transizione verde), in complementarità con il Fondo per una transizione giusta e lo strumento di prestito per il settore pubblico.