COMUNICARE L’EUROPA AI CITTADINI

di Adriana Calì



In Italia comunicare l’Europa non è mai stato una priorità. Da sempre, a meno di virtuose eccezioni, ci limitiamo allo stretto necessario ossia citare di tanto in tanto la Commissione per un progetto finanziato. A volte, neanche quello.
Uno dei tanti step burocratici. Come una sigla, una fattura da presentare.
Invece, questa attività è da considerarsi un pilastro importantissimo sia a livello di programma europeo che di progetto. Perché è l’unico strumento che ci consente di far percepire ai cittadini il senso di appartenenza alla Unione.
Una appartenenza che da anni subisce una sofferenza profonda. I motivi sono molteplici. Ma è indubbio anche il pesantissimo contributo dovuto ad un deficit di comunicazione che l’Italia continua ad applicare. Forse intenzionalmente.
Ma andiamo per gradi.
Sul sito Open Coesione (https://opencoesione.gov.it/it/comunicazione_2021_2027/), sito ufficiale della attuale programmazione dei fondi europei 2021-2027, si possono consultare tutti i documenti ufficiali che riguardano l’argomento.
La novità di questo settennato 2021-2027 è che è stato designato un Responsabile Unico per la Comunicazione dei Fondi Europei per l’Italia e che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCOE-0002789-P-21/04/2023).
Si legge testualmente sul sito web del Governo che: “Comunicare la politica di coesione, i relativi risultati e l’impatto positivo che le operazioni finanziate hanno avuto sui territori e per la cittadinanza è un obbligo per tutti i destinatari dei fondi dell’Unione - gli Stati Membri, le Autorità di Gestione e i beneficiari come indicato dal Regolamento (UE) N. 1060 del 2021 - Disposizioni comuni ai fondi (art. 46-50). La Commissione Europea ha sottolineato già a partire dalla fase preparatoria del post-2020, che gli sforzi degli Stati Membri e di tutti gli attuatori delle politiche dell’Unione Europea nel periodo di programmazione 2021-2027 devono concentrarsi maggiormente nel comunicare l’Europa ed il valore aggiunto dell’intervento dell’UE e nel migliorare la visibilità dei risultati dei finanziamenti europei.”
Tra i capisaldi della nuova programmazione 2021 -2027 si ribadisce che la comunicazione è parte integrante del ciclo progettuale e non un passo aggiuntivo dopo che il Programma è stato scritto. Occorre tener conto delle esigenze specifiche della comunicazione che sono quelle di aver individuato, nello stesso programma, target, azioni e obiettivi ogni volta definiti. La Comunicazione, quindi, diventa uno degli indicatori insieme a sorveglianza, controllo, audit, valutazione
Ma questo “obbligo” non è lasciato al caso: la Commissione ha fornito linee guida e diversi materiali utili a cui le singole Regioni possono attingere per descrivere la propria Strategia di Comunicazione e il loro Piano di Attività, piano che deve tener conto delle diverse tipologie di destinatari (giovani, donne, imprese, disoccupati, scuole, ecc.).
Decisamente una utilissima “check list” per poter declinare a livello locale le azioni di informazione, sensibilizzazione e diffusione dello stato di attuazione dei vari Programmi Operativi regionali e nazionali.
Tutto ok quindi.
E invece no. “Europa” non pervenuta ai cittadini. Informazioni sempre e solo di nicchia, solo per addetti ai lavori. Oppure, informazioni solo relativi ai bandi di finanziamento e relativi vincitori. Come se l’Europa di riducesse solo ad un’operazione di bancomat.
Non solo, ma viene lasciata alla libera iniziativa delle Regioni di presentare una Strategia di Comunicazione corredata eventualmente da un Piano di attività. Questo comporta un certo “disordine” tra le varie Autorità di Gestione dei Programmi con la conseguenza che emerge solo una certa “autoreferenzialità” a livello politico ma non come autentico strumento di informazione e coinvolgimento per i cittadini.
Alla riunione informale dei leader dell’UE del 9 maggio 2019 a Sibiu (Romania) la Commissione europea ha espresso chiaramente i principi fondanti di una Comunicazione rivolta ai cittadini, veri beneficiari delle risorse e valutatori disinteressati delle politiche che l’Unione applica per realizzare una Coesione tra Paesi Membri. Le ricordo qui per focalizzare gli obiettivi specifici di una Comunicazione efficace:
  • Riconoscere che la comunicazione sull’Unione europea è una responsabilità comune degli Stati membri dell’UE, dei governi a tutti i livelli e delle istituzioni dell’UE;
  • Aumentare il dialogo e l’interazione con i cittadini in merito alle politiche e alle questioni relative all’Unione europea;
  • Garantire che in futuro le istituzioni dell’UE collaborino più strettamente a campagne di comunicazione istituzionale dell’UE basate su valori europei condivisi;
  • Unire le forze per contrastare la disinformazione con una comunicazione dell’UE fondata sui fatti;
Promuovere l’insegnamento e l’apprendimento dell’Unione europea a tutti i livelli di istruzione.
Concludo che avremmo bisogno di un “Alberto Angela” sul tema Europa: divulgare è un’Arte che non può essere improvvisata.